
Benedetto Croce
giovane redattore della “Rassegna Pugliese” di Valdemaro Vecchi
Benedetto Croce, il grande filosofo abruzzese, cominciò a scrivere giovanissimo per la “Rassegna Pugliese”, appena diciannovenne, e i suoi primi pezzi li inviò a partire dal 1885, secondo anno di vita della rivista. Questi articoli, redatti su argomenti storici e letterari, poi raccolti in un volumetto sotto il titolo Figurine goethiane, erano firmati da tale Gustave Colline. I primi articoli brevi, scritti con acume e accuratezza di ricerca, con uno stile chiaro e lineare, tratteggiarono le figure storiche di Ranuccio Farnese, papa Sisto V, Lucrezia Borgia, Maria Stuarda, ed altri personaggi rinascimentali minori.
Al di là dell’interesse spesso modesto dell’argomento, erano comunque pagine che denotavano accuratezza di indagine, minuziosità di ricerca, ampiezza di informazione, precisione bibliografica ed uno stile letterario chiaro, semplice, inconfondibile. Tutti studi monografici che mentre lo addestravano al metodo della ricerca storiografica rigorosa, lo mettevano in contatto con alcuni fra i più noti collaboratori della “Rassegna”: Beltrani, Carabellese, Ceci, Cotugno, De Cesare, Fiore, Fortunato, Jatta, Serena.
Brani poco avvincenti, bisogna ammetterlo, queste prime esternazioni su tematiche di modesto interesse, ma per capirne la ragione, bisogna riandare allo stato d’animo depresso del giovane Benedetto, a lungo prostrato dalla terribile crisi subentrata al terremoto che gli aveva distrutto la famiglia e devastato la vita.
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